pubblicato il 2/1/2021 – Davide Cutugno
Portare le scarpe da trekking, così come avere i bastoncini, non è un segno di debolezza. E’ soltanto avere rispetto. Di cosa? Di se stessi, innanzi tutto. Avere delle buone scarpe è segno che si tiene alla propria persona. In secondo luogo, dei luoghi che si vanno ad affrontare: gli ambienti in natura non vanno mai presi sotto gamba. Ci si fa quasi sempre male per distrazione, o per leggerezza. Gli ambienti naturali sono per definizione impervi, se ci facciamo male non è colpa della pozzanghera, del terreno scivoloso o di una roccia spigolosa. Le escursioni sono così, e noi dobbiamo adeguarci di conseguenza. Procurarsi l’attrezzatura necessaria può essere faticoso e dispendioso, ma ci ripaga della sicurezza che ci da una buona suola che aderisce al terreno, rigida, Si riduce il rischio. Ho fatto per tanti anni il falegname e ho ancora tutte e dieci le dita. Il segreto? Tenere sempre le mani lontano dalle lame rotanti.
Arrivare a fine giornata senza incidenti è uno dei principali obiettivi, oltre quello di divertirsi e di condividere con gli altri. Andare in natura ben attrezzati è segno di grande consapevolezza e saggezza. Mettersi in pericolo in una escursione di gruppo vuol dire non comprendere l’importanza di stare insieme. Non siete soli, ci sono anche gli altri. Voi stessi, non solo la guida, fate da esempio a chi è più inesperto.
E infine: se trovate le scarpe da ginnastica “più comode” delle scarpe da trekking, fatevi qualche domanda. Forse le scarpe da trekking che avete non sono adatte a voi, ed è il caso di considerare di acquistarne di nuove. Magari vi rivendete le vostre.
Le nostre escursioni non sono prove prestazionali. Non c’è competizione, non c’è gara. Ci si affida alla guida e si va.
Quindi compratevi un paio di scarpe BUONE!